Amazzonia: partita la raccolta fondi

Quando nel 1955 padre Vincenzo Santilli parte come missionario da Spigno Saturnia è ancora un ragazzo, poco più grande di quegli adolescenti che ancora oggi coinvolge in progetti di istruzione e rieducazione nel bel mezzo della foresta amazzonica peruviana, dove l’energia elettrica non può arrivare e dove l’acqua potabile è scarsamente presente. Nel corso della sua vita padre Vicente, come lo chiama la sua gente, si è alternato tra l’abitare queste zone e la formazione in filosofia e pedagogia, cosa che gli permette di conoscere padre Luigi Bolla, salesiano come lui, con il quale per molti anni condivide l’ardore missionario per questo popolo. Oggi la situazione nell’Amazzonia peruviana è drammatica: decine e decine di persone decidono quotidianamente di abbandonare i loro villaggi nella foresta per avvicinarsi alle città, spinti dalla necessità di poter usufruire di migliori servizi sanitari o dall’illusione di trovare un lavoro. Ben presto però queste stesse persone si trovano a vivere nelle periferie della città, in zone malsane e periodicamente inondate dalle piene dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni. Qui, oltre alla grande povertà materiale si notano una forte disgregazione sociale e familiare, la mancanza di tutela dei diritti fondamentali dell’uomo e la scarsità di servizi di sostegno, ascolto e supporto per le problematiche quotidiane. Ed è con la ferma intenzione di dare ascolto a queste voci di sofferenza che Papa Francesco ha voluto dedicare all’Amazzonia il Sinodo recentemente concluso, con lo scopo di “trovare nuove vie per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno”. Con lo stesso spirito, nel documento preparatorio del Sinodo, esortava l’assemblea speciale per l’Amazzonia “a individuare nuovi cammini per far crescere il volto amazzonico della Chiesa e anche per rispondere alle situazioni di ingiustizia della regione”. Padre Santilli è in Amazzonia da oltre 60 anni ed è originario della nostra Diocesi: questi due semplici elementi sono sufficienti per intuire le motivazioni alla base della sollecitazione del nostro Vescovo, don Luigi Vari, perché attraverso la Caritas Diocesana si potesse dar voce alle intenzioni della Chiesa Universale e sostenere dei validissimi progetti già presenti in quei luoghi. L’occasione è quella dell’Avvento di Fraternità appena iniziato, l’obiettivo quello di raccogliere quanti più fondi possibili per contribuire a dare una concreta risposta all’enorme carenza di risorse e beni primari, soprattutto attraverso il potenziamento e il miglioramento delle scuole realizzate dall’opera missionaria del sacerdote di Spigno Saturnia. I soldi raccolti saranno utilizzati per migliorare le aule e per l’acquisto di materiale scolastico, medicine e cibo per bambini e ragazzi. Tutte le parrocchie della Diocesi sono state dunque impegnate, nella giornata di domenica 15 dicembre 2019, in questa raccolta fondi; negli altri giorni sarà possibile dare il proprio contributo con un bonifico indirizzato al conto corrente IT25 H030 6909 6061 0000 0147 738, con causale “Avvento di fraternità”. Ma non è tutto. La Caritas Diocesana, in collaborazione col Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile, vuole rendere ancora più concreta questa iniziativa permettendo a un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni di vivere un’esperienza di conoscenza e di servizio proprio in questi luoghi, in Peru, nel luglio 2020. Un’occasione questa per entrare in contatto diretto con le realtà missionarie, così da sperimentarsi in attività di volontariato e al tempo stesso concedersi un’opportunità di crescita personale, psicologica e spirituale. I ragazzi che desiderano aderire a quest’iniziativa possono chiedere informazioni direttamente alle Caritas parrocchiali, oppure possono contattare la Caritas Diocesana: telefono 3245356165 – email caritas@arcidiocesigaeta.it.