CariTerre – I semi piantati diventano talenti

Inclusione sociale, interventi di orientamento, affiancamento, formazione, inserimento lavorativo. Queste sono le parole chiave che aprono “CariTerre”, il nuovo progetto di agricoltura sociale realizzato dalla Caritas diocesana di Gaeta. L’intento è quello di allontanarsi dall’aiuto assistenzialistico attraverso percorsi personalizzati, dando spazio al mondo della sostenibilità sociale, economica ed ambientale. L’agricoltura sociale si riferisce a quell’insieme di pratiche che coniugano l’utilizzo delle risorse agricole con le attività sociali. Le relative attività sono finalizzate a generare benefici inclusivi, sostenere l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di marginalizzazione, favorire la coesione sociale, in modo sostanziale e continuativo. In un periodo storico in cui la crisi sembra non voler lasciare il Paese e le coscienze, CariTerre si propone di lanciare un nuovo modo di intendere l’agricoltura, soprattutto di intendere il lavoro. Spesso più che di denaro, si ha bisogno, infatti, di un’occasione per re– immettersi nella comunità attraverso proposte lavorative, mediante stimoli culturali e di confronto che favoriscano una crescita della persona. «Occorre superare la mentalità di una Caritas che dà assistenza – spiega il direttore della Caritas diocesana di Gaeta don Alfredo Micalusi – e tentare di ripensarla come capace di rendere le persone protagoniste del proprio futuro». I Come racconta Assunta Paone, responsabile amministrativo della Caritas diocesana, «CariTerre è un seme gettato nella terra, un progetto creato per l’inserimento di persone a rischio di emarginazione sociale, che potranno formarsi e acquisire delle competenze spendibili nel mondo del lavoro. Il progetto nasce da una riflessione sulle risorse e sulle opportunità del territorio della nostra diocesi. La Caritas diocesana ha coinvolto la cooperativa sociale “Viandanza” di Fondi che ha esperienze pregresse nel settore, in virtù dell’importantissimo lavoro di rete su cui la Caritas sta lavorando». Un progetto innovativo, CariTerre, che «si rivolge a uomini e donne, italiani e stranieri (con regolare permesso di soggiorno e con un livello sufficiente della conoscenza lingua italiana), in età lavorativa dai 18 ai 50 anni, con capacità lavorative, appartenenti ad un nucleo familiare bisognoso di supporto economico e sociale». Sempre Assunta Paone sottolinea come «a tutti coloro che parteciperanno a CariTerre, sarà data l’opportunità di uscire dalla propria condizione di disagio. Verranno erogate quattro borse lavoro con retribuzione e 60 corsi di formazione con rimborso spese». Ci sarà una prima fase di selezione da parte delle parrocchie che dovranno individuare i possibili beneficiari. Questi verranno segnalati alla Caritas diocesana attraverso un modulo di adesione. La Caritas diocesana farà il colloquio conoscitivo con i candidati per la selezione finale e la presa in carico. A partire dall’incontro diocesano con gli operatori e le operatrici Caritas, tenutosi l’8 ottobre scorso presso la chiesa del Sacro Cuore di Vindicio (Formia), è stata avviata la prima fase di individuazione dei beneficiari del progetto. «CariTerre non intende solo mettersi dalla parte degli “operai dell’ultima ora”, ma intende anche allontanarsi dall’universo dell’assistenzialismo. È un aiuto emancipante – conclude Assunta Paone – che lavora sull’empowerment, rendendo la persona protagonista attiva del suo percorso di vita». I partecipanti al progetto daranno vita a orti solidali, con prodotti coltivati secondo tecniche naturali che destinati alla vendita nei Gruppi di Acquisto Solidali (Gas) presenti sul territorio, che in un’ottica di rete si impegneranno a promuovere i prodotti raccolti nel progetto. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti in programma sono disponibili sul sito internet caritasgaeta.it o alla mail cariterregaeta@gmail.com.
Miriam Jarrett
Membro d’équipe Caritas dioceana
(Articolo pubblicato su Avvenire Lazio 7 il 4 novembre 2018)